2) SLOW FOOD ITALIA: UNA RETE DI NOME E DI FATTO

Nel 2017 durante il Congresso di Slow Food Internazionale tenutosi a Chengdu, si definiscono le “Linee guida organizzative” e gli obiettivi di riorganizzazione del Movimento:

Fondamentali alcuni passaggi riportati nel documento: “…Andranno studiate nuove modalità e opportunità di adesione, coinvolgimento e partecipazione delle persone fisicheandrà preservata e rafforzata l’autonomia dei territori… i livelli fondamentali saranno quelli delle comunità locali (intese come organizzazioni strutturate – le Condotte – e come aggregazioni di cittadini attivisti – le Comunità Slow Food) e quello internazionale, tutti gli altri saranno da intendersi come strutture di servizio… a livello territoriale, le comunità locali rimangono il nostro punto di forza…È necessario un lavoro di ridefinizione della struttura e degli obiettivi delle strutture regionali e nazionali. Si tratta di strutture di servizio e andranno definite con chiarezza le loro finalità, i loro piani strategici e i loro obiettivi. Dovranno sempre più diventare realtà di implementazione delle strategie globali a livello territoriale”.

Nel territorio nazionale italiano, gli obiettivi dettati da Chendgu sono perseguibili nel contesto della Riforma del Terzo settore e del suo neo approvato Codice che consente alle organizzazioni non profit, che intendono costituirsi come Enti del Terzo settore, di aggregarsi anche in forma di Rete.

Durante il Congresso di Slow Food Italia Aps tenutosi a Genova nel Luglio 2021, l'Associazione ha dunque deliberato di qualificarsi come Ente del Terzo settore organizzato in forma di Rete associativa ai sensi dell'Art. 41 del Codice del Terzo settore.

La missione affidata alle Reti Associative dal legislatore è di coordinare, tutelare, rappresentare, promuovere e supportare gli enti del terzo settore ad esse associati, “anche allo scopo di promuoverne ed accrescerne la rappresentatività presso i soggetti istituzionali” (art. 41, Codice del Terzo settore).

Per Slow Food Italia scegliere di essere una Rete significa affermare a pieno titolo di operare ogni giorno per finalità di beneficio comune, significa avere la possibilità di co-progettare con la Pubblica Amministrazione avendo un ruolo e una voce sempre più capaci di ottenere attenzione e orientare i comportamenti. Mai come oggi la nostra Associazione ha la possibilità di dare evidenza del valore moltiplicatore che è capace di generare: Slow Food nasce come rete, cresce e si rafforza come rete, fa della rete e della relazione la sua essenza sul territorio nazionale e internazionale. Come Rete, qualificata anche ai sensi della Riforma del Terzo settore, Slow Food sarà in grado di interpretare la sua propria e innata struttura di network, disponendo di nuovi strumenti e di nuove risorse.

Tali strumenti e tali risorse saranno disponibili solo agli Enti del Terzo Settore.

La Rete assume un’importanza crescente tra gli Enti del Terzo settore quale soggetto cui sono attribuite tanto una funzione di promozione e supporto quanto di coordinamento, di rappresentanza e di servizio, degli enti che ad essa si associano (nel caso di Slow Food Italia, le Condotte e le Associazioni Regionali), proprio come previsto dalle linee guida organizzative di Chengdu.

LA COMPOSIZIONE DELLA RETE DI SLOW FOOD ITALIA APS

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